Archivio Arte Moda

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Opere

Ritratto di donna, chiamata Sibylla Sambetha

Dimensioni: 38 x 26,5 cm

Data: 1480

Tecnica: Olio su tavola

Collocazione

Sint-Janshospitaal @ Bruges

Autore

Hans Memling (Seligenstadt 1435 - Bruges 1494)

Soggetti

HenninHennin
Alto copricapo femminile di forma conica, sul quale ricadeva un velo trasparente. Apparso nelle Fiandre alla fine del XIV secolo, questo cappello dominò per un intero secolo la moda femminile nei Paesi Bassi, in Francia, in Inghilterra e in alcune ragioni tedesche.
, VeloVelo
Accessorio molto fine e leggero, di forma e tessuto variabili, utilizzato con il duplice scopo di coprire il viso o ornare la testa.
, AnelloAnello
Ornamento in oro, argento o altro materiale, a forma di semplice cerchietto o con ornamento in pietre preziose, da portarsi alle dita delle mani.
, CollanaCollana
Gioiello o ornamento portato attorno al collo per impreziosire la figura di chi lo indossa. Realizzata con materiali, forme, colori e dimensioni diverse a seconda del gusto personale di chi la sfoggia e dell'epoca storica a cui risale.

Descrizione

La donna del ritratto indossa il tipico costume della zona Borgogna-Fiandre. I colori sono scuri, le linee semplicissime e le fantasie molto contenute. Nonostante la profonda scollatura bianca a punta, l'abito č molto casto. Il secondo colletto nero č infatti molto alto, coprendo cosģ quasi tutto il petto. Ma il vero protagonista dell'abito č il copricapo: si tratta di un hennin, cappello cilindrico che si sviluppa in altezza. Il cartoccio interno, alto da 60 a 90 centimetri, č di tela inamidata e rivestito di seta. Tutta la parte posteriore č invece coperta da un velo trasparente che ricade sulle spalle e sulla schiena. Una volta indossato, i capelli che spuntano oltre l'orlo vengono rasati, a eccezione di un piccolo triangolo al centro della fronte. Pochi, essenziali gioielli completano la figura: una collana con pendente e alcuni anelli.

Fonte: Ludmila Kybalovą, Olga Herbenovą, Milena Lamarovą, Enciclopedia illustrata della moda, Praga 1966, pp. 115-116.
Clara Pellegris