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Opere

Ritratto del farmacista Pierre Quthe

Dimensioni: 91 x 70 cm

Data: 1562

Tecnica: Olio su tela

Collocazione

Musée du Louvre @ Parigi

Autore

François Clouet (Tours 1510 circa - Parigi 1572)

Soggetti

AlettaAletta
Decorazione d'ispirazione spagnola applicata alla sommità della manica con doppia funzione, decorativa e di copertura dell'allacciatura.


 
, CamiciaCamicia
Nel latino tardo il termine camisia indicava un indumento aderente tanto da lasciare scioltezza nel movimento sia che si trattasse di corsa o di combattimento, indossato da uomini e donne. Per secoli la camicia è stata l'unico indumento intimo delle donne, in origine in lino, tagliata a forma di T, con lunghe maniche. Nella seconda metà del XV secolo, ampliandosi gli scolli degli abiti, sempre più in vista, sarà ornata da ricchi ricami. L'impiego come capo intimo scompare nel XX secolo quando le donne cominciano ad indossare la corsetteria a pelle.  
, Farsetto (giubbetto, zupone)Farsetto (giubbetto, zupone)
Indumento principale, spesso imbottito, portato sopra la camicia e sotto il giuppone.
, AnelloAnello
Ornamento in oro, argento o altro materiale, a forma di semplice cerchietto o con ornamento in pietre preziose, da portarsi alle dita delle mani.

Descrizione

In questo dipinto, François Clouet ritrae l'amico Pierre Quthe, un ricco farmacista di Parigi, conosciuto per il suo lavoro nell'ambito della botanica e per il suo giardino di piante medicinali, a cui allude l'erbario raffigurato nella tela. Il farmacista indossa un austero farsetto in velluto nero con spalline secondo la foggia maschile dell'epoca, di influenza militare, le cosiddette alette. Il collo del farsetto, alto fino al mento, si apre leggermente per sostenere il candido colletto leggermente montante della camicia, che insieme ai polsini, costituisce l'unico punto di luce nel cupo abbigliamento. Il farmacista indossa un sottile anellino al mignolo della mano destra. Si tratta di una moda di influsso spagnolo, che si era diffusa in Francia nella seconda metà del Cinquecento e che gli studiosi adottarono come mezzo per conferire alla loro figura un'aura di serietà e rigore.

Fonte: Giulia Mafai, Storia del costume dall'età romana al Settecento, Milano 2011, pp. 253-257. Sara Volpi