Archivio Arte Moda

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Opere

Sogni

Dimensioni: 160 x 135 cm

Data: 1896

Tecnica: Olio su tela

Collocazione

Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea @ Roma

Autore

Vittorio Matteo Corcos (Livorno 1859 - Firenze 1933)

Soggetti

CalzeCalze
Indumento aderente che ricopre le gambe. Dapprima le calze erano costituite da fasce avvolte intorno alla gamba, di lana o pelli fini; poi verranno lavorate ad ago o realizzate in tessuto, anche prezioso, tagliate e cucite (quelle cucite in seta e in velluto scompariranno solo alla fine del Settecento). L'evoluzione tecnologica nella fabbricazione delle calze risale al 1589 con la costruzione di un telaio da calze, che contribuì alla larga diffusione e alle molte varianti proprie di questo indumento.   
, CappelloCappello
Copricapo fornito di tesa, composto dal cucuzzolo (la parte più alta della calotta), la calotta (parte centrale, in corrispondenza del capo), che può aderire o esser sollevata rispetto alla testa, e la falda o tesa, ovvero la parte che sporge alla base della calotta.
, Merletti (pizzi o trina)Merletti (pizzi o trina)
Velo o tessuto finissimo, a punti radi, a nodo o intrecci svariatissimi usato di solito per ornamento nelle vesti.
, OmbrellinoOmbrellino
Ombrellini e parasole per uso civile fecero la loro ricomparsa durante il Cinquecento, ma furono accolti con diffidenza, anche a causa del notevole peso e ingombro che li caratterizzava. Nel XVIII secolo vennero realizzati i primi esemplari leggeri e maneggevoli: l'ombrello divenne così un irrinunciabile oggetto di moda e comincia a diffondersi. Nell'Ottocento l'ombrello parasole era ormai un accessorio immancabile, prezioso completamento di ogni abito femminile. Accessorio di moda, ma anche di bellezza, destinato a riparare il viso dal sole mantenendo la pelle candida, indispensabile requisito di bellezza per ogni donna del XIX secolo.
, Volant (volante o falpalā)Volant (volante o falpalā)
Striscia di tessuto increspato o pieghettato, fissato a un altro tessuto lungo l'arricciatura.
, CorpettoCorpetto
Dal XVI secolo il taglio degli abiti trova un punto vita. La parte superiore è detta appunto corpetto (o corpino), sia confezionata insieme alla gonna che separata; in genere si presenta attillato e la scollatura può avere varie forme variabili in ampiezza: quadrata, stondata, a cuore, a trapezio.  
, GonnaGonna
L'indumento che ricopre la parte del corpo dalla vita in giù. Può presentare varie fogge, tipiche e caratteristiche di ogni secolo. La sua forma dipende dalla quantità di tessuto utilizzato e anche da supporti indossati sotto. 
, GuantiGuanti
Accessorio dell'abbigliamento maschile e femminile che ricopre la mano fino al polso e separatamente ogni dito, seguendo la fisionomia della mano. Usato per proteggersi dal freddo, per questioni di igiene o come vezzo elegante. Durante il periodo impero, le nobildonne indossavano guanti lunghi fino al gomito.

Descrizione

La giovane donna raffigurata è Elena Vecchi, figlia di Augusto Vecchi, un amico del pittore. La foggia dell’abito da lei indossato, di moda tra gli ultimi anni dell’Ottocento e i primi del Novecento, è caratterizzata da un corpetto molto stretto in vita, all’altezza della quale si apre la lunga gonna che scende scampanata fino a terra, conferendo alla figura una forma "a clessidra". L’abito è inoltre accollato e privo di qualsiasi decorazione, fatta eccezione per i volants in pizzo applicati in corrispondenza dell’attaccatura delle maniche, queste ultime molto rigonfie e terminanti all’altezza del gomito. Il resto del braccio è invece coperto da lunghi guanti. Stretto al collo vi è un fazzoletto color turchese, mentre gli altri accessori, come il cappello di paglia e l’ombrellino bianco, sono poggiati sulla panchina, accanto ai libri. Infine, al di sotto della gonna, si scorgono delle scarpe décolleté nere portate sopra delle calze dello stesso colore.

Fonti: Giulia Mafai, Storia della moda. XVIII-XXI secolo, Milano 2010, pp. 139-144; Giorgio Marangoni, Evoluzione storica e stilistica della moda dal secolo del barocco all'eclettismo degli stili, Milano 1985, pp. 311-312; www.gnam.beniculturali.it
Sara Volpi