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Opere

Paradiso

Dimensioni: 47 x 40,6 cm

Data: 1445

Tecnica: Tempera su tavola

Collocazione

Metropolitan Museum of Art @ New York

Autore

Giovanni di Paolo (Siena 1398 - Siena 1482)

Soggetti

CalzebracheCalzebrache
Indumento maschile del tardo medioevo costituito da due pezzi di stoffa che, separati e aderentissimi, coprivano interamente le gambe ed erano fermati da un panno che fasciava il basso ventre e i fianchi.
, Chaperon ą turbanChaperon ą turban
Versione europea del tipico copricapo arabo. Il modello è molto simile allo chaperon classico, ma è privo di lembi che scendono lungo le spalle. Il rotolo di stoffa è infatti completamente avvolto sulla nuca in un sofisticato gioco di grovigli e intrecci.
, Pellanda (houppelande)Pellanda (houppelande)
Soprabito più comune nell'Europa del XIV e XV secolo, lungo sino alla caviglia, confezionato con un ricco e costoso tessuto, scampanato dalle spalle sino all'orlo. Il particolare più insolito di questo indumento sono le maniche: così larghe al polso da toccare terra. Foderato di pellicce preziose sul collo, sull'orlo e sui risvolti delle maniche.
, Acconciatura a balzoAcconciatura a balzo
Tipologia di copricapo-acconciatura, tipico del costume femminile italiano del basso Medioevo, raffigurato dal Duecento all'inizio del Cinquecento; consiste di un berretto largo e liscio simile al turbante per lo sviluppo del volume, sostenuto all'interno da una leggera armatura di ferro o di cuoio, raccoglie la capigliatura all'indietro e in alto sul capo, ricoprendola di velluto. 

Descrizione

Sfarzosi abiti maschili e femminili documentano in quest'opera il più completo sviluppo dello stile noto, in tutte le arti, come gotico internazionale. Le figure sono slanciate, le fronti scoperte, i capelli imbottiti. In particolare vediamo nell'abbigliamento maschile come la lunga e ingombrante pellanda venga sostituita da una veste più corta, ma con le stesse caratteristiche. In realtà si tratta dello stesso indumento, che però arriva all'altezza del ginocchio. Le maniche sono aperte nel senso della lunghezza in modo che le braccia, uscendo dallo spacco, lascino ricadere la stoffa liberamente sui fianchi. Ne sono un esempio l'uomo di spalle con un vistoso chaperon à turban rosso (in tinta con le calze), che indossa una pellanda corta di una vivace tonalità blu; oppure in alto a destra, l'uomo a testa scoperta, ne porta una  di colore verde, con un alto bordo foderato di pelliccia; o, ancora, sul lato destro della composizione, l'uomo vestito di rosso, dove anche in questo caso la pellanda corta è bordata di pelliccia. Si noti il gusto per i colori vivaci e l'originalità nel contrasto delle tonalità fra abito e calzebrache suolate. Le donne indossano a loro volta una pellanda vistosamente lunga e caratterizzata da ampi strascichi. Questa sopravveste è stretta sotto al seno da sottili cinture, mentre la gonna scende a pieghe marcando il ventre. La larghezza e fastosità delle gonne è una caratteristica comune degli abiti femminili: proprio perché così lunghe c'è la necessità di rialzarle per poter camminare, ciò che offre alla donna la possibilità di mettere maggiormente in mostra le rifiniture e le guarnizioni delle vesti sottostanti. Le due donne in primo piano, intente a parlarsi, una di fronte all'altra, una vestita di grigio e l'altra di rosso, corrispondono a questa descrizione. Entrambe inoltre, portano la fronte depilata, e un'acconciatura a balzo, particolarmente voluminosa. Numerosi sono i personaggi che indossano una veste, portata lunga fino ai piedi e larga; questa mise, associata ad ampi mantelli, è tipica di chierici e di dottori. Questa rappresentazione è una descrizione del Paradiso dantesco. Si tratta di una pradella che faceva parte di una pala destinata alla chiesa di san Domenico a Siena. 

Fonti: J. Anderson Black e Madge Garland, Storia della moda, Novara 1987, pp. 132, 134; www.metmuseum.org
Elisabetta De Toni