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Opere

Ritratto di Giovanna Parolini Guicciardini

Data: 1598

Tecnica: Olio su tavola

Collocazione

Gemäldegalerie @ Berlino

Autore

Agostino Carracci (Bologna 1557 - Parma 1602)

Soggetti

CamiciaCamicia
Nel latino tardo il termine camisia indicava un indumento aderente tanto da lasciare scioltezza nel movimento sia che si trattasse di corsa o di combattimento, indossato da uomini e donne. Per secoli la camicia è stata l'unico indumento intimo delle donne, in origine in lino, tagliata a forma di T, con lunghe maniche. Nella seconda metà del XV secolo, ampliandosi gli scolli degli abiti, sempre più in vista, sarà ornata da ricchi ricami. L'impiego come capo intimo scompare nel XX secolo quando le donne cominciano ad indossare la corsetteria a pelle.  
, Merletti a fuselli (tombolo)Merletti a fuselli (tombolo)
Merletto realizzato a mano attraverso bastoncini in legno detti appunto fuselli.
, Robe (vestura, robba)Robe (vestura, robba)
Veste aperta sul davanti, all'inizio soltanto dalla vita in giù, poi anche nel busto, era molto ricca posteriormente. Le maniche, solitamente aperte e trattenute da nastri, si fermavano al gomito, lasciando in vista la camicia.
, VeloVelo
Accessorio molto fine e leggero, di forma e tessuto variabili, utilizzato con il duplice scopo di coprire il viso o ornare la testa.

Descrizione

Giovanna Parolini indossa una sopravveste femminile detta "alla romana" o robone, dalla particolare linea spiovente e leggermente scampanata. La roba copre castamente il corpo scendendo lunga fino a terra, quasi fosse una pia monaca. L'apertura sul mezzo davanti è chiusa da una fila di bottoni rivestiti con la stessa stoffa della veste, uniformando cromaticamente la figura. La bavara rialzata è ricoperta da quella della camicia, rifinita con una puntina a fuselli ornata agli angoli da piccole palline con pendagli lavorate a merletto. Lo stesso motivo a punte merlettate e ricamate a forellini si ripete sugli ampi risvolti della camicia, ripiegati sul polso. I capelli sono raccolti e nascosti sotto una veletta trasparente, che scende a punta al centro della fronte, come usano le donne non più giovani e le vedove. Queste particolari sopravvesti cinquecentesche avvolgono la figura femminile con il preciso scopo di renderla maestosa e matronale.

Fonte: Rosita Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Vol. III, Milano 1964, p. 16, tavola 33, p. 71.
Clara Pellegris