Archivio Arte Moda

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Opere

Ritratto di Stefano Nani

Dimensioni: 91,4 x 77 cm

Data: 1528

Tecnica: Olio su tela

Collocazione

National Gallery @ Londra

Autore

Bernardino Licinio (Venezia 1485 - 1560 ca.)

Soggetti

CamiciaCamicia
Nel latino tardo il termine camisia indicava un indumento aderente tanto da lasciare scioltezza nel movimento sia che si trattasse di corsa o di combattimento, indossato da uomini e donne. Per secoli la camicia è stata l'unico indumento intimo delle donne, in origine in lino, tagliata a forma di T, con lunghe maniche. Nella seconda metà del XV secolo, ampliandosi gli scolli degli abiti, sempre più in vista, sarà ornata da ricchi ricami. L'impiego come capo intimo scompare nel XX secolo quando le donne cominciano ad indossare la corsetteria a pelle.  
, Farsetto (giubbetto, zupone)Farsetto (giubbetto, zupone)
Indumento principale, spesso imbottito, portato sopra la camicia e sotto il giuppone.
, GuantiGuanti
Accessorio dell'abbigliamento maschile e femminile che ricopre la mano fino al polso e separatamente ogni dito, seguendo la fisionomia della mano. Usato per proteggersi dal freddo, per questioni di igiene o come vezzo elegante. Durante il periodo impero, le nobildonne indossavano guanti lunghi fino al gomito.
, RoboneRobone
Maestosa e ricchissima sopravveste signorile di gran moda nel XVI secolo. Avvolgente, lunga e quasi sempre foderata con pregiate pellicce. Lo sfoggio dei roboni non sfugge certo alla censura delle leggi suntuarie: soprabiti di questo genere erano infatti sempre ornati con orpelli, guarnizioni e pendagli di ricercata e costosa manifattura.

Descrizione

I ritratti virili, dagli anni Venti in avanti, saranno soprattutto “gentiluomini in nero”: figure scure, sobrie, severe. L’uomo comincia finalmente ad agghindarsi con più discrezione, abbandonando i fronzoli e gli orpelli un po’ troppo femminili del decennio precedente. Il costume si semplifica, certo, ma lo stile continua a essere molto ricercato. Il collettino della camiciola indossata da Stefano Nani ne è prova: l’arricciatura, profilata da un finissimo punto ricamo, è ottenuta grazie a una particolare e quasi impercettibile piega impressa alla struttura del tessuto. Le sottili crespe di lino, sono un dettaglio veramente cinquecentesco. Il resto della camicia è nascosta sotto un pesante e avvolgente robone nero foderato di pelliccia. I ciuffi grigiastri e fini fanno pensare a uno zibellino, uno dei pellami più alla moda nell’Italia rinascimentale. I morbidi inserti di pelliccia sono cuciti attorno al bavero e profilano tutto l’orlo della sopravveste, che a sua volta si apre sul farsetto e su un insolito ciondolo pendente. Si tratta di un curioso stuzzicadenti prêt-à-porter legato alla catenella girocollo e citato da Monsignor Della Casa nel suo “Galateo” come bizzarra abitudine virile. La discreta eleganza maschile del tempo è completata da un paio di guanti, spesso trinciati e impregnati di essenze odorifere, raramente indossati, ma sempre impugnati e sfoggiati.

Fonte: Rosita Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Vol. III, Milano 1964, p. 177.
Clara Pellegris