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Opere

Santi Faustino e Giovita

Dimensioni: 485 x 215 cm

Data: 1515-1518

Tecnica: Olio su tela

Collocazione

Chiesa di Santa Maria in Valvendra @ Lovere

Autore

Alessandro Bonvicino, il Moretto (Brescia 1498 circa - Brescia 1554)

Soggetti

CappelloCappello
Copricapo fornito di tesa, composto dal cucuzzolo (la parte più alta della calotta), la calotta (parte centrale, in corrispondenza del capo), che può aderire o esser sollevata rispetto alla testa, e la falda o tesa, ovvero la parte che sporge alla base della calotta.
, GuantiGuanti
Accessorio dell'abbigliamento maschile e femminile che ricopre la mano fino al polso e separatamente ogni dito, seguendo la fisionomia della mano. Usato per proteggersi dal freddo, per questioni di igiene o come vezzo elegante. Durante il periodo impero, le nobildonne indossavano guanti lunghi fino al gomito.
, Raso di setaRaso di seta
Tessuto liscio e lucido in cui la superficie compatta era ottenuta grazie alla prevalenza di fili d'ordito sul diritto del tessuto, che nascondeva i punti di incrocio con le trame.
, Saio (saglio, saione)Saio (saglio, saione)
Veste simile alla più antica gonnella, quest'ultima in voga nel XIV secolo e nella prima metà del XV, con ampia scollatura tonda o quadrata da cui fuoriusciva generalmente la camicia elegantemente arricciata. Lunga e ampia, con maniche e guarnizioni, è sfoggiata dagli uomini nel Rinascimento.
, Tessuto scaccatoTessuto scaccato

Descrizione

Il Moretto raffigura i Santi patroni bresciani, vestendoli come gagliardi e valorosi cavalieri. L’uomo d’arme del primo Cinquecento non rinuncia alla sua armatura d’acciaio, sfoggiandola anche in occasioni civili e da parata. Dalle fucine degli armaioli, queste armature entravano poi nelle botteghe di cesellatori e artisti per essere decorate e lucidate. Non potendo però passeggiare per le vie dei borghi rinascimentali ad armatura scoperta, gli uomini la coprono con un’elegante sopravveste in seta a foggia di saione, che aggiunge un tocco colorato e pittoresco all’equipaggiamento guerriero. Il forte contrasto di colori è la grande novità della moda italiana dei primi vent’anni del XVI secolo, più tardi riconosciuta come maniera lombarda. Il motivo a scacchiera, riprodotto sulla gonnella a pieghe del saione, sul pettino e sulle ampie maniche, rende più evidente l’accostamento tra l’ocra e l’azzurro. Questo gusto per gli scacchi pare sia stato influenzato dai grandi quadrati delle vesti militari in uso durante gli anni della Lega di Cambrai e della Lega Santa (1508-1515). Faustino e Giovita sono ritratti con i capelli sciolti fino alle spalle e indossano il più classico dei copricapi cinquecenteschi: il cappello nero, impreziosito, e appesantito, da un tondo d’oro, fissato al rovescio della tesa larga e piatta. Alle mani, un paio di guanti grigi definiti dal Vecellio “forti e da presa”, perché solitamente indossati sotto la manopola.

Fonte: Jane Bridgeman, I santi "gagliardi cavalieri". Vesti e armature nell'iconografia dei Santi Faustino e Giovita, in Massimiliano Capella, Ida Gianfranceschini, Elena Lucchesi Ragni (a cura di), Ferramola e Moretto, Brescia 2004, pp. 65-67.
Clara Pellegris