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Opere

Allegoria della corte di Isabella d'Este

Dimensioni: 164,5 x 197,5 cm

Data: 1505-1506

Tecnica: Tecnica mista su tela

Collocazione

Musée du Louvre @ Parigi

Autore

Lorenzo Costa (Ferrara 1460 - Mantova 1535)

Soggetti

CamiciaCamicia
Nel latino tardo il termine camisia indicava un indumento aderente tanto da lasciare scioltezza nel movimento sia che si trattasse di corsa o di combattimento, indossato da uomini e donne. Per secoli la camicia è stata l'unico indumento intimo delle donne, in origine in lino, tagliata a forma di T, con lunghe maniche. Nella seconda metà del XV secolo, ampliandosi gli scolli degli abiti, sempre più in vista, sarà ornata da ricchi ricami. L'impiego come capo intimo scompare nel XX secolo quando le donne cominciano ad indossare la corsetteria a pelle.  
, CamoraCamora
Veste con ampie maniche che copriva il corpo quasi interamente; con scollo quadrato o tondo e punto di vita leggermente rialzato. Era l'indumento femminile più diffuso ancora nella prima metà del XVI secolo.
, Maniche alla ducaleManiche alla ducale
Definizione di manica ampia, sbuffante fino a terra, così detta in una legge suntuaria veneziana del 1507.
, Sottogonna (sottoveste)Sottogonna (sottoveste)
Le sottogonne, indossate sopra o sotto al busto (a secondo della linea degli abiti in voga al momento), servivano a conferire volume e morbidezza alla gonna dell’abito. Solitamente le donne non indossavano mai meno di due sottogonne, ma potevano essere anche molte di più, soprattutto tra gli anni trenta e cinquanta del Ottocento, periodo in cui il volume delle gonne, in continua crescita, era ottenuto quasi esclusivamente grazie alle sottogonne sovrapposte.
, StrascicoStrascico
Fondo allungato dell'abito, che viene trascinato per terra. Rendendo la figura più alta e sottile, conferisce importanza a chi lo porta e perciò è riservato soprattutto agli ambienti di corte. Fissato sulle spalle come elemento separato, oppure prolungamento della veste.

Descrizione

Il dipinto, commissionato da Isabella d’Este per il suo studiolo, è una rappresentazione allegorica del regno di Armonia, dove la marchesa di Mantova, incoronata d’alloro, si fa portatrice sulla terra di quell’armonia celeste derivante dall’unione degli opposti. Nonostante il contesto sia mitologico, senza tempo, l’abbigliamento rispecchia quello dei primissimi anni del Cinquecento. Isabella d'Este, portavoce di quella moda tipicamente italiana che tanto verrà presa a modello, nei primi decenni del XVI secolo anche in diverse corti europee, indossa una moderna camora di un bel rosso brillante e dalle linee fluide e dilatate. La veste ha un ampio scollo quadrato dal quale emerge la finissima camicia bianca caratterizzata dalle ampie volumetrie: il fine tessuto fuoriesce dalle aperture della manica alla ducale solcata da una lunga apertura verticale, e i due lembi della stoffa sono allacciati tra loro grazie a dei nastrini. Le maniche, inoltre, sono generalmente attaccate all’abito per mezzo di lacci o nastri, come ben si nota osservando il personaggio in basso a destra. All’estremità del braccio, la manica della camora della marchesa si risvolta lasciando intravedere il diverso colore della fodera interna e permettendo al prolungamento della camicia di scendere fino quasi al terreno. Il corpetto aderente si stringe in corrispondenza della vita, sottolineata da una cinturina, mentre la gonna, solcata da numerose pieghettature, scende morbida fino al suolo dove termina posteriormente in un breve strascico. Con il gesto di sollevare l’abito, la marchesa ci permette inoltre di osservare il colore contrastante della sottoveste. L’acconciatura infine è molto semplice: i capelli lisci che toccano le spalle sono raccolti in una finissima reticella poggiata sulla sommità del capo, visibile anche negli altri personaggi che popolano la tela.

Fonte: Rosita Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Vol. III, Milano 1964, pp. 55-59.
Sara Volpi