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Opere

Lucrezia Borgia presenta il figlio a San Maurelio

Dimensioni: 15 x 26,5 cm

Data: 1512

Tecnica: Incisione

Collocazione

Basilica di San Giorgio @ Ferrara

Autore

Giovanni Antonio Leli (Ferrara 1472 ca. - Ferrara 1557)

Soggetti

CamiciaCamicia
Nel latino tardo il termine camisia indicava un indumento aderente tanto da lasciare scioltezza nel movimento sia che si trattasse di corsa o di combattimento, indossato da uomini e donne. Per secoli la camicia è stata l'unico indumento intimo delle donne, in origine in lino, tagliata a forma di T, con lunghe maniche. Nella seconda metà del XV secolo, ampliandosi gli scolli degli abiti, sempre più in vista, sarà ornata da ricchi ricami. L'impiego come capo intimo scompare nel XX secolo quando le donne cominciano ad indossare la corsetteria a pelle.  
, CamoraCamora
Veste con ampie maniche che copriva il corpo quasi interamente; con scollo quadrato o tondo e punto di vita leggermente rialzato. Era l'indumento femminile più diffuso ancora nella prima metà del XVI secolo.
, Maniche alla ducaleManiche alla ducale
Definizione di manica ampia, sbuffante fino a terra, così detta in una legge suntuaria veneziana del 1507.
, StrascicoStrascico
Fondo allungato dell'abito, che viene trascinato per terra. Rendendo la figura più alta e sottile, conferisce importanza a chi lo porta e perciò è riservato soprattutto agli ambienti di corte. Fissato sulle spalle come elemento separato, oppure prolungamento della veste.
, CoazzoneCoazzone
Grossa treccia o rotolo di capelli ricadente sulle spalle, avvolta in un velo trattenuto da nastri o con fili di perle

Descrizione

Lucrezia Borgia, con al seguito cinque eleganti dame, presenta al vescovo il figlio primogenito, Ercole, che una volta cresciuto sarebbe diventato il quarto duca della città di Ferrara. La duchessa, al centro dell’incisione, si distingue dalle altre dame per una camora che si intuisce essere più ricca dalla presenza di strisce di passamaneria poste orizzontalmente, e in modo equidistante tra loro, sulla parte inferiore dell’abito. Nessuna differenza si riscontra, invece, per quanto riguarda il taglio: le camore qui raffigurate si caratterizzano per un ampio scollo mitigato dai lembi della camicia sottostante, una vita relativamente alta e l’effetto prominente del ventre, elementi questi ultimi che si conservano dal costume quattrocentesco, così come la presenza di un breve strascico. Peculiare di questi abiti di inizio Cinquecento è la foggia delle maniche,  alla ducale, che scendono morbide e si ampliano progressivamente fino all’altezza del polso, dove il tessuto è leggermente risvoltato in modo da non intralciare il movimento della mano, la quale stringe una pelle d'ermellino. Per quanto riguarda le pettinature se ne distinguono di due tipi: un’acconciatura è più semplice, con i capelli portati lisci sulla sommità del capo e che ricadono poi sulla nuca in morbidi ricci; l’altra invece, più preziosa, mostra morbide onde ai lati del volto, mentre sul retro sono  trattenute da una reticella che si prolunga in un rotolo di capelli (coazzone) avvolto da nastri, che scende lungo la schiena, come nel caso di Lucrezia Borgia.

Fonte: Rosita Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Vol. III, Milano 1964, pp. 55-59.
Sara Volpi