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Opere

Ritratto di Jacques-Louis Leblanc

Dimensioni: 121 x 95,6 cm

Data: 1823

Tecnica: Olio su tela

Collocazione

Metropolitan Museum of Art @ New York

Autore

Jean-Auguste-Dominique Ingres (Montauban 1780 - Parigi 1867)

Soggetti

CamiciaCamicia
Nel latino tardo il termine camisia indicava un indumento aderente tanto da lasciare scioltezza nel movimento sia che si trattasse di corsa o di combattimento, indossato da uomini e donne. Per secoli la camicia è stata l'unico indumento intimo delle donne, in origine in lino, tagliata a forma di T, con lunghe maniche. Nella seconda metà del XV secolo, ampliandosi gli scolli degli abiti, sempre più in vista, sarà ornata da ricchi ricami. L'impiego come capo intimo scompare nel XX secolo quando le donne cominciano ad indossare la corsetteria a pelle.  
, CravattaCravatta
Accessorio elegante tipicamente maschile, ma usato a volte anche per abbellimento del vestiario femminile, costituito da una striscia sagomata e modellata, di seta o d'altro tessuto, che viene annodata attorno al collo facendola passare sotto il rovescio del colletto della camicia, lasciandone scendere l'estremità più lunga sul petto. Nella storia del costume, il nodo è il dettaglio che rendeva una cravatta particolare e alla moda.
, Finanziera (redingote)Finanziera (redingote)
Giacca da uomo nera con lunghe falde che si sovrappongono davanti, inizialmente di taglio aderente, mentre poi assumerà una linea più sciolta. Fa parte della tenuta da giorno dalla fine del XVIII agli inizi del XIX secolo, dopo il 1850 diventa abito da cerimonia. Nella seconda metà dell'Ottocento dal modello maschile si delinea una modello femminile dalla linea più sciancrata e dal taglio più aderente.
, Panciotto (gilet)Panciotto (gilet)
Indumento maschile senza maniche, che si indossa sotto la giacca. I panciotti del barocco e del rococò erano di stoffa preziosa, riccamente ornati, e avevano ancora le maniche. Nel corso di un'evoluzione durata più di tre secoli, il panciotto ha cambiato spesso forma, ha perduto quasi interamente la sua lunghezza e, nel XIX secolo, anche le maniche. Esso ha acquistato infine un dorso falso, conservando tuttavia in molti casi una libertà di colori ormai assente nel resto dell'abbigliamento maschile.
, PantaloniPantaloni
I pantaloni moderni, così come li intendiamo oggi, dalla linea dritta a tubo, si imposero nell'universo della moda maschile a partire dal XIX secolo. Abbinati al frac o alla redingote, rappresentano una delle componenti essenziali dell'uniforme borghese. Le culottes rimarranno prerogativa delle livree dei domestici e dei valletti.

Descrizione

Jacques-Louis Leblanc, insieme alla moglie Françoise, fu molto vicino alla granduchessa di Toscana, ovvero la sorella di Napoleone Elisa Baciocchi, in particolare egli ricoprì il ruolo di suo segretario. In questo ritratto, parte di una coppia insieme a quello della moglie, l'abbigliamento del signor Leblanc mostra quelle variazioni che interessano la linea del vestire maschile nei primi anni del periodo Romantico. L'uomo indossa una redingote caratterizzata da un collo risvoltato, spalle cadenti e maniche leggermente rigonfie; inoltre nonostante sia dotato di bottoni, questo capo d'abbigliamento viene lasciato volontariamente aperto sul davanti, in modo tale da poter scorgere il gilet e la camicia sottostanti. Il gilet in particolare è qui confezionato con un tessuto a righe bianche e arancio, in netto contrasto con il nero dell'elegante completo. Il colletto della camicia bianca, come voleva la moda del tempo, è rialzato e mantenuto in tale posizione grazie alla cravatta annodata intorno a esso. Particolarmente interessante sono i pantaloni lunghi che hanno preso ormai il posto delle culottes lunghe solo fino al ginocchio, tanto di moda nei decenni precedenti e ormai relegate unicamente alle uniformi da parata o da cerimonia. Ultimo tocco di eleganza è conferito dalla catena d'oro appuntata sulla redingote a cui è agganciato un orologio nascosto nel taschino.

Fonte: Giorgio Marangoni, Evoluzione storica e stilistica della moda dal secolo del barocco all'eclettismo degli stili, Milano 1985, pp. 213-214.
Sara Volpi