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Opere

Allegoria del buono e del cattivo governo e loro effetti in campagna ed in cittą (particolare delle due Virtł)

Data: 1338-1339

Tecnica: Affresco

Collocazione

Palazzo Pubblico @ Siena

Autore

Ambrogio Lorenzetti (Siena 1290 circa - Siena 1348)

Soggetti

MantelloMantello
Indumento maschile e femminile, lungo e ampio, privo di maniche, spesso con cappuccio, che si porta sopra i vestiti, appoggiato sulle spalle e agganciato al collo in modo che ricaschi tutto intorno alla persona e possa drappeggiarsi variamente.
, BacuccoBacucco
Cappuccio che scende sugli occhi e con cui si copre anche il volto.
, Gonnella (vestina)Gonnella (vestina)
Termine riferito a un indumento sia maschile che femminile trecentesco. Nel caso di abbigliamento infantile si tratta di una veste con maniche, caratterizzata da pieghe nella parte inferiore, stretta in vita da un cordone o da una cintura. 

Opere correlate

Allegoria del buono e del cattivo governo e loro effetti in campagna ed in cittą (particolare della comitiva a cavallo)

Descrizione

La linea del mantello rotondo, senza maniche, lungo fino a terra, è quella che forse subisce meno variazioni nel Trecento, restando fedele alla tradizione. Un fermaglio chiude il mantello sul petto, come si vede nella figura allegorica a sinistra. Ma non sempre: infatti la figura a destra ne trattiene i lembi sul braccio perché non scivoli dalle spalle. La fodera è di colore contrastante e ricchi galloni ne ornano tutt'intorno i lembi. Il passo e i gesti dovevano dare grazia col movimento al mantello, di per se stesso grave, sebbene spesso realizzato con sontuosi tessuti, che ne temperavano la severità con l'esuberante capriccio dei motivi. Sotto ai mantelli le due Virtù indossano quelle che si intuiscono essere delle gonnelle, che a loro volta creano effetti di contrasto di colore con i mantelli. Quella della Virtù a destra ha un bordo sulla scollatura ornato di galloni, come il mantello. Per entrambe le figure allegoriche i biondi capelli sono raccolti. In particolare quella a destra li porta intrecciati e la treccia si avvolge sul capo secondo una disposizione geometrica che restituisce un effetto plastico. Si notino infine in basso verso destra due teste di prigionieri coperte con il bacucco. Questo cappuccio, che scendeva sugli occhi, dimenticatissimo come foggia, ha lasciato ancora traccia di sé nel linguaggio corrente con l'espressione "vecchio bacucco", e nei verbi "imbacuccare", "imbacuccarsi".

Fonte: Rosita Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Vol. III, Milano 1964, tavola 48.
Elisabetta De Toni