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Opere

Chiesa militante e trionfante (particolare di figura virile)

Data: 1365-1367

Tecnica: Affresco

Collocazione

Basilica di Santa Maria Novella @ Firenze

Autore

Andrea di Bonaiuto, Andrea da Firenze (Firenze 1346 ca. - Firenze 1377 ca.)

Soggetti

Gonnella (vestina)Gonnella (vestina)
Termine riferito a un indumento sia maschile che femminile trecentesco. Nel caso di abbigliamento infantile si tratta di una veste con maniche, caratterizzata da pieghe nella parte inferiore, stretta in vita da un cordone o da una cintura. 
, CappaCappa
Mantello senza maniche, largo ed ampio, che avvolge tutta la persona e che può avere il cappuccio. 
, Calze solateCalze solate
Particolare tipologia di calze con la pianta del piede protetta da una suola, in modo da sostituire la scarpa.

Opere correlate

Chiesa militante e trionfante (particolare di figure danzanti)

Descrizione

La mise del personaggio biancovestito al centro di questo particolare dell'affresco che decora il Cappellone degli Spagnoli nel chiostro di Santa Maria Novella a Firenze, testimonia del grande cambiamento che, dalla seconda metà del Trecento, avviene nel costume maschile: gli indumenti degli uomini vanno restringendosi e accorciandosi sempre più. La figura virile è ora fasciata nella cortissima gonnella. Un'altra novità risiede nella linea acuminata del cappuccio, cui fa eco l'arguta barba a punta, segnalata da molti autori del periodo. Lo storico Cola di Rienzo dice che al tempo "comenzao a fare li pizzi de li cappucci longhi". Questo è un esempio ancora moderato se si pensa che a volta il batolo (una lunga striscia di stoffa attaccata al cappuccio, di cui  era abituale complemento) scende fino alla cintola e anche più giù, caratteristiche queste rilevate da Villani nella sua Cronaca. Qui il cappuccio è tutt'uno con una cappa molto corta, che arriva appena a coprire la vita, lasciando intravedere la gonnella sottostante. La moda impone che le scarpe e calze solate si prolunghino con punte sottili oltre la fine del piede, così che bisogna imbottirle di crine perché non si pieghino. 

Fonte: Rosita Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Vol. III, Milano 1964, tavola 26.
Elisabetta De Toni