Archivio Arte Moda

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Opere

Danza Macabra (particolare)

Data: 1485

Tecnica: Affresco

Collocazione

Oratorio dei Disciplini @ Clusone

Autore

Giacomo Borlone de Buschis ( - )

Soggetti

Gonnella (vestina)Gonnella (vestina)
Termine riferito a un indumento sia maschile che femminile trecentesco. Nel caso di abbigliamento infantile si tratta di una veste con maniche, caratterizzata da pieghe nella parte inferiore, stretta in vita da un cordone o da una cintura. 
, Scarpa ą la poulaineScarpa ą la poulaine
Volgarmente detta "scarpa appuntita", la poulaine è un tipo di calzatura molto in voga tra la nobiltà europea nel corso del XV secolo. Realizzata in cuoio, aveva la forma di una babbuccia e la peculiare caratteristica di una punta imbottita e rinforzata da un'armatura di stecche di balena, estremamente lunga (20 centimetri oltre l'alluce). Capo unisex, aveva punta più accentuata nei modelli maschili, la quale, secondo le cronache dell'epoca, doveva essere sostenuta con catenelle legate al ginocchio.
, Farsetto (giubbetto, zupone)Farsetto (giubbetto, zupone)
Indumento principale, spesso imbottito, portato sopra la camicia e sotto il giuppone.
, BraghettaBraghetta
Nel Quattrocento, nella moda francese borgognona, alla calza a braca viene aggiunta una parte anteriore nella quale venivano rinserrati i genitali: si allacciava con due o quattro fiocchi a puntali, fibbie o bottoni, usata anche come tasca per i guanti e il fazzoletto. Custodia penica del costume rinascimentale. 
, CalzebracheCalzebrache
Indumento maschile del tardo medioevo costituito da due pezzi di stoffa che, separati e aderentissimi, coprivano interamente le gambe ed erano fermati da un panno che fasciava il basso ventre e i fianchi.
, Velluto unitoVelluto unito
Velluto in cui i ciuffi di pelo ricoprono la superficie del tessuto in modo uniforme e non lasciano vedere l'intreccio di fondo.
, BerrettaBerretta
Copricapo in panno o in feltro molto diffuso nell'Italia settentrionale tra il XIV e il XVI secolo.
, CappaCappa
Mantello senza maniche, largo ed ampio, che avvolge tutta la persona e che può avere il cappuccio. 

Descrizione

La Danza Macabra è uno dei temi iconografici tardomedievali più affascinanti. De Buschis affresca l’Oratorio dei Disciplini di Clusone con la Danza più famosa della storia dell’arte: scheletri sorridenti e uomini sfilano verso la morte tenendosi a braccetto. In questo particolare, il pittore dipinge quattro diverse figure umane. Ognuna di esse è vestita con cura, secondo la moda italiana di fine Quattrocento, rappresentando altrettanti diversi ruoli sociali. Partendo da sinistra, ci si imbatte in un contadino: le calzebrache sono rattoppate sulle ginocchia a causa dell’usura, la gonnella di panno povero è stretta in vita da un cinturino ed è indossata sopra una sottomaglia a maniche lunghe, probabilmente per proteggersi dal freddo durante il duro lavoro nei campi. È poi il turno dell’oste, che tiene in mano un fiaschetto per riempire le coppe vuote dei suoi clienti. Inconfondibile lo stile un po’ eccentrico e variopinto del personaggio di bottega: le calze a braca sono divisate a due colori, rosse e celesti, cucite l’una all’altra e portate esageratamente strette e aderenti alla persona. All’inguine è cucita la braghetta, usata come tasca accessoria e spesso imbottita, mettendo in evidenza ciò che dovrebbe essere nascosto. Dal farsetto, cortissimo, pendono fettucce e bottoni, guarnizioni tipiche del XV secolo. Segue il soldato, che veste un farsetto militare e una corta mantella. È l’unico personaggio a indossare le diffusissime scarpe à la poulaine, dalla lunga punta rivolta verso l’alto. Forse di origine cavalleresca, le due saccocce allacciate attorno alle ginocchia. Chiudono la sfilata un mercante e la sua ricca e pregiata gonnella color porpora, che non ha nulla a che vedere con quella indossata dal contadino: la finissima lavorazione delle pieghe sul petto e sul gonnellino fanno pensare a un velluto, e i bordi sono confezionati con una stoffa dalla trama e dal colore diversi. Ai piedi, un paio di borzacchini, morbidi stivaletti a imbuto.

Fonte: Rosita Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Vol. II, Milano 1964, figura 153.
Clara Pellegris