Archivio Arte Moda

it en

Opere

L'impiccagione della peccatrice

Dimensioni: 43 x 58,5 cm

Data: 1467-1468

Tecnica: Tempera su tavola

Collocazione

Galleria Nazionale delle Marche @ Urbino

Autore

Paolo Doni, Paolo Uccello (Pratovecchio 1397 - Firenze 1475)

Soggetti

GiorneaGiornea
Verso il 1450 la giornea era una casacca corta, aperta davanti con maniche aperte o anche chiuse al polso ma sempre molto larghe, e molto imbottita sulle spalle. Sopra la giornea si portavano catene d'oro a pił giri e medaglioni. Si diffondono nel '400 anche le giornee da donna, sopravvesti o zimarre aperte davanti, o anche ai lati sotto le braccia, spesso con maniche di diverso colore e foderate di pelliccia, ornate di frange e di ricami. Sempre nei conti quattrocenteschi figurano "jorneuzze" come abbigliamento da bambini. La giornea scompare nella seconda metą del '400.
, CalzebracheCalzebrache
Indumento maschile del tardo medioevo costituito da due pezzi di stoffa che, separati e aderentissimi, coprivano interamente le gambe ed erano fermati da un panno che fasciava il basso ventre e i fianchi.
, ZuparelloZuparello
Un particolare giubbetto maschile portato a cavallo tra Quattrocento e Cinquecento e indossato senza alcuna sopravveste, di foggia cortissima e dalle maniche gonfie sulle spalle e fascianti dal gomito al polso.

Descrizione

La scena dell’impiccagione della peccatrice appartiene alla pradella lignea del Corpus Domini, narrante il Miracolo dell’ostia profanata. La fine tragica dei colpevoli della profanazione è raccontata dal pennello di Paolo Uccello, che con estrema precisione veste e agghinda alla moda tutti i suoi personaggi. La donna ammantata di nero è infatti circondata da soldatini colorati e dagli occhi trasognati, volti verso l’angelo che irrompe sul luogo del supplizio. È un vero tripudio di stoffe scaccate e divisate: calzebrache e zupparelli sono divisi in sezioni dalle tinte vivacissime. Gli accostamenti sono arditi e l’effetto visivo è molto folcloristico. Si tratta di un’abitudine più popolare che nobiliare. I signori delle grandi casate prediligono e portano infatti un solo colore, tanto da identificarsi con esso: Amedeo VI Savoia amava il verde a tal punto da essere soprannominato Il Conte Verde; Amedeo VII Savoia divenne il Conte Rosso; mentre i conti d’Anjou vestivano l’azzurro chiaro. Le calzebrache militari del Quattrocento sono sempre attillatissime, fascianti fino ai fianchi e sottolineano con esibizionismo cosce, muscoli e polpacci. Confezionate in panno di lana, erano anche prive di elasticità. I corti zupparelli sono invece gonfiati sul petto, imbottiti di fieno sulle braccia e stretti in vita da un cordoncino, accentuando così la prestanza del torace. Il soldato che sorveglia la scena dall’alto del suo destriero indossa infine uno zupparello nero, su cui risalta - a contrasto – una corta giornea.

Fonti: Mila Contini, La moda nei secoli, 5000 anni di eleganza maschile e femminile, Milano 1965, pp. 107 e 108.
Clara Pellegris