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Opere

La corte del drago

Data: 1934

Tecnica: Collage

Collocazione

Collezione privata @ -

Autore

Max Ernst (Brühl 1891 - Parigi 1976)

Soggetti

StrascicoStrascico
Fondo allungato dell'abito, che viene trascinato per terra. Rendendo la figura più alta e sottile, conferisce importanza a chi lo porta e perciò è riservato soprattutto agli ambienti di corte. Fissato sulle spalle come elemento separato, oppure prolungamento della veste.
, Finanziera (redingote)Finanziera (redingote)
Giacca da uomo nera con lunghe falde che si sovrappongono davanti, inizialmente di taglio aderente, mentre poi assumerà una linea più sciolta. Fa parte della tenuta da giorno dalla fine del XVIII agli inizi del XIX secolo, dopo il 1850 diventa abito da cerimonia. Nella seconda metà dell'Ottocento dal modello maschile si delinea una modello femminile dalla linea più sciancrata e dal taglio più aderente.
, CamiciaCamicia
Nel latino tardo il termine camisia indicava un indumento aderente tanto da lasciare scioltezza nel movimento sia che si trattasse di corsa o di combattimento, indossato da uomini e donne. Per secoli la camicia è stata l'unico indumento intimo delle donne, in origine in lino, tagliata a forma di T, con lunghe maniche. Nella seconda metà del XV secolo, ampliandosi gli scolli degli abiti, sempre più in vista, sarà ornata da ricchi ricami. L'impiego come capo intimo scompare nel XX secolo quando le donne cominciano ad indossare la corsetteria a pelle.  
, FarfallinoFarfallino
Indumento maschile indossato in alternativa alla più diffusa cravatta. Realizzato in diversi materiali, consiste in un fiocco simmetrico e di dimensioni contenute, che chiude il colletto della camicia.
, GuantiGuanti
Accessorio dell'abbigliamento maschile e femminile che ricopre la mano fino al polso e separatamente ogni dito, seguendo la fisionomia della mano. Usato per proteggersi dal freddo, per questioni di igiene o come vezzo elegante. Durante il periodo impero, le nobildonne indossavano guanti lunghi fino al gomito.
, PantaloniPantaloni
I pantaloni moderni, così come li intendiamo oggi, dalla linea dritta a tubo, si imposero nell'universo della moda maschile a partire dal XIX secolo. Abbinati al frac o alla redingote, rappresentano una delle componenti essenziali dell'uniforme borghese. Le culottes rimarranno prerogativa delle livree dei domestici e dei valletti.
, CilindroCilindro
Tipo di cappello rialzato, con la parte superiore uniformemente piatta, con tesa più o meno larga a seconda del modello e con una fascia bassa, diffusosi nel corso del XIX secolo e ampiamente utilizzato, e sfoggiato, fino ai primi decenni del XX. La linea del cilindro è generalmente deformata, con la parte centrale più stretta rispetto alle estremità. Inizialmente confezionato in feltro ricavato dalla pelliccia di castoro, successivamente venne impiegata la seta.
, GalaGala
Striscia di tessuto o un nastro che veniva applicato, increspato o annodato in vari modi, su abiti femminili come elemento decorativo.
, EchelleEchelle
Scala di fiocchi disposti in ordine di grandezza, l'uno sopra l'altro, posta sul davanti di una pettorina, popolare dalla fine del diciassettesimo fino alla fine del diciottesimo secolo.  
, RoucheRouche
Arricciatura usata per guarnire capi di abbigliamento e ottenuta increspando una striscia di tessuto.
, Abito princesseAbito princesse
Abito contraddistinto dall'assenza della cucitura che unisce il corpino alla gonna in vita; il modello è pertanto caratterizzato da teli verticali di lunghezza corrispondente a quella del capo che riuniti con cuciture hanno l'effetto di modellare le forme, con la parte superiore aderente e, andando verso il basso, sempre più ampia. Compare nella moda femminile nel terzo quarto del secolo XIX.

Opere correlate

La corte del drago

Descrizione

Nella sorprendente sequenza di immagini del terzo quaderno del romanzo collage Una settimana di bontà o I Sette elementi capitali, Ernst ci consegna la chiave che apre le porte del recondito microcosmo piccolo borghese gremito di ibridazioni uomo-animale. Là dove le stanze parigine fanno da sfondo all'affioramento inaspettato di figure che obbligano il destinatario-lettore a ricostruire oniricamente la vicenda narrata. Drammi surreali di cui è interprete principale la borghesia mutevole de La corte del drago che pur conserva grazia dei modi in nome della più totale sottomissione alle leggi dell'eleganza. Nella seconda metà del XIX secolo i codici vestimentari per le classi sociali più elevate sono rigidi e dettagliati. Le categorie dell'abbigliamento femminile multiformi e le donne sono costrette a cambiarsi d'abito più volte al giorno. Questa varietà riguarda anche il numero incredibile di ornamenti quali balze, nastri, gale e arricciature. Così la donna protagonista comunica le proprie virtù attraverso l'abito. La vistosa toilette cherubica prevede un abito che aderisce al corpo enfatizzando i fianchi e il busto e che prosegue posteriormente in un lungo strascico rendendo l'abito adatto alle occasioni formali. Le guarnizioni più vistose si concentrano sul retro della sovraggonna drappeggiata. Nella parte inferiore della sottogonna balze a pieghe piatte e una striscia di tessuto plissettato si fissano lungo l'orlo. Ernst raffigura la donna nell'atto di far comparire squamose ali da drago sulle spalle del gentiluomo dirimpetto che indossa un esempio di redingote maschile nera, dalle cui maniche fa capolino una candida camicia con il colletto chiuso da un simmetrico farfallino, e lunghi pantaloni dello stesso colore. Sulle mani indossa guanti con pinces mentre regge un diffusissimo cappello a cilindro.