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Opere

Il canto dello stornello

Dimensioni: 158 x 98 cm

Data: 1867

Tecnica: Olio su tela

Collocazione

Galleria d'Arte Moderna, Palazzo Pitti @ Firenze

Autore

Silvestro Lega (Modigliana 1826 - Firenze 1895)

Soggetti

BustoBusto
Corsetto in tessuto, irrigidito da stecche o elastico, comprime i fianchi e l'addome. Utilizzato dal XVI secolo per dare la forma alla parte superiore del corpo, ora appiattendo le prominenze, ora evidenziando e sostenendo, ora modellando il torso a cono, più o meno appuntito in vita, ora in forma di S più o meno accentuata.  
, CamiciaCamicia
Nel latino tardo il termine camisia indicava un indumento aderente tanto da lasciare scioltezza nel movimento sia che si trattasse di corsa o di combattimento, indossato da uomini e donne. Per secoli la camicia è stata l'unico indumento intimo delle donne, in origine in lino, tagliata a forma di T, con lunghe maniche. Nella seconda metà del XV secolo, ampliandosi gli scolli degli abiti, sempre più in vista, sarà ornata da ricchi ricami. L'impiego come capo intimo scompare nel XX secolo quando le donne cominciano ad indossare la corsetteria a pelle.  
, CinturaCintura
Striscia morbida e flessibile per avvolgere o stringere le vesti all'altezza della vita (ma da porre anche sui fianchi o sotto al seno) o per sostenere oggetti al fianco, come spada, sciabola, ecc. Composta in materiali vari come stoffa, cuoio e metallo.
, CorpettoCorpetto
Dal XVI secolo il taglio degli abiti trova un punto vita. La parte superiore è detta appunto corpetto (o corpino), sia confezionata insieme alla gonna che separata; in genere si presenta attillato e la scollatura può avere varie forme variabili in ampiezza: quadrata, stondata, a cuore, a trapezio.  
, CrinolinaCrinolina
Sottana rigida e rigonfia, foderata di crine, o in altro modo sostenuta, indossata dalle donne intorno alla metà dell’Ottocento sotto la veste vera e propria.
 
, GonnaGonna
L'indumento che ricopre la parte del corpo dalla vita in giù. Può presentare varie fogge, tipiche e caratteristiche di ogni secolo. La sua forma dipende dalla quantità di tessuto utilizzato e anche da supporti indossati sotto. 
, OrecchiniOrecchini
Ornamenti da fissare ai lobi delle orecchie, appositamente perforati. Generalmente d'oro, argento, ma anche osso e legno, è un ornamento originariamente maschile, poi riservato a marinai e pirati, e infine diventato importante accessorio della moda femminile.  
, StrascicoStrascico
Fondo allungato dell'abito, che viene trascinato per terra. Rendendo la figura più alta e sottile, conferisce importanza a chi lo porta e perciò è riservato soprattutto agli ambienti di corte. Fissato sulle spalle come elemento separato, oppure prolungamento della veste.

Descrizione

In questo interno sono raffigurate tre giovani donne, una intenta a suonare il pianoforte mentre le altre, in piedi dietro di lei, osservano lo spartito e probabilmente l’accompagnano nel canto. Tutte e tre indossano un abito caratterizzato da un corpetto abbastanza attillato, sotto cui veniva portato il busto, e una gonna che scende in morbide pieghe dalla vita fino a toccare terra con un breve strascico. Sotto la gonna si portava la crinolina, ovvero una struttura resa rigida da fascette in acciaio, che conferiva volume alla stoffa soprastante. Le due ragazze in piedi mostrano un corpetto di colore diverso rispetto a quello della gonna: quella in primo piano ne indossa uno molto chiaro in contrasto con le linee ortogonali scure della parte inferiore e caratterizzato da maniche ampie e vaporose, mentre quella più nascosta indossa un corpetto blu con bande nere e una gonna nei toni del marrone, stretta in vita da una cintura con fibbia rettangolare. Inoltre, dal colletto e dai polsini dell’abito della pianista si vedono spuntare quelli della camicia bianca sottostante. I capelli delle tre ragazze sono raccolti sul retro del capo, mentre dei piccoli riccioli incorniciano la fronte; a impreziosire la mise compaiono degli orecchini di forme e materiali diversi.

Fonte: J. Anderson Black e Madge Garland, Storia della moda, Novara 2001, pp. 273-278.
Sara Volpi
Elisabetta De Toni