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Opere

Ritratto di Antonio Navagero

Dimensioni: 115 x 96 cm

Data: 1565

Tecnica: Olio su tela

Collocazione

Pinacoteca di Brera @ Milano

Autore

Giovanni Battista Moroni (Albino 1525 circa - luogo sconosciuto 1578 circa)

Soggetti

BraghettaBraghetta
Nel Quattrocento, nella moda francese borgognona, alla calza a braca viene aggiunta una parte anteriore nella quale venivano rinserrati i genitali: si allacciava con due o quattro fiocchi a puntali, fibbie o bottoni, usata anche come tasca per i guanti e il fazzoletto. Custodia penica del costume rinascimentale. 
, CalzoniCalzoni
Derivano dalle bracae dei barbari e hanno avuto fogge diversissime. Nei secoli XVII e XVIII scendevano sino al ginocchio, fermati da un cinturino spesso ornato da coccarde, fibbie o preziosi bottoni.
, CamiciaCamicia
Nel latino tardo il termine camisia indicava un indumento aderente tanto da lasciare scioltezza nel movimento sia che si trattasse di corsa o di combattimento, indossato da uomini e donne. Per secoli la camicia è stata l'unico indumento intimo delle donne, in origine in lino, tagliata a forma di T, con lunghe maniche. Nella seconda metà del XV secolo, ampliandosi gli scolli degli abiti, sempre più in vista, sarà ornata da ricchi ricami. L'impiego come capo intimo scompare nel XX secolo quando le donne cominciano ad indossare la corsetteria a pelle.  
, Coletto (colletto)Coletto (colletto)
Giubbetto, solitamente in cuoio, senza maniche, indossato inizialmente nell'abbigliamento militare tra il corpo e la corazza; successivamente si diffuse anche come indumento civile.
, RoboneRobone
Maestosa e ricchissima sopravveste signorile di gran moda nel XVI secolo. Avvolgente, lunga e quasi sempre foderata con pregiate pellicce. Lo sfoggio dei roboni non sfugge certo alla censura delle leggi suntuarie: soprabiti di questo genere erano infatti sempre ornati con orpelli, guarnizioni e pendagli di ricercata e costosa manifattura.

Opere correlate

Ritratto di Jacopo Foscarini

Descrizione

Antonio Navagero indossa un sontuoso soprabito rivestito e profilato di lupo cervicero, meglio noto come lince. Nonostante le leggi suntuarie si affannassero a evitare che cappotti e sopravvesti venissero foderati con questa pelliccia, il lupo cervicero è senza dubbio il pellame più di gran moda durante il Rinascimento italiano. Morbido e soffice al tatto, biancastro a riflessi dorati o grigi e macchiato capricciosamente di nero. Non è difficile capire il motivo per cui fosse così apprezzato e osannato dai signori del XVI secolo. La pelliccia di lince è talmente calda e avvolgente, che le sopravvesti o gli altri indumenti profilati, sono quasi sempre a maniche corte. Sotto, il gentiluomo porta un completo rosa pesca: un coletto abbottonato e molto aderente, che si apre in un piccolo spacchetto poco sopra la braghetta, qui eccessivamente esibita e pronunciata. La sacca penica è cucita ai calzoni, portati ancora molto aderenti sulle cosce. Dal girocollo del coletto, si intravede il colletto della camicia.

Fonte: Rosita Levi Pisetzky, Storia del costume in Italia, Vol. III, Milano 1964, p. 152, tavola 77.
Clara Pellegris